Il veleno del cuore by Barbara Risoli

Il veleno del cuore by Barbara Risoli

autore:Barbara Risoli [Risoli, Barbara]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


- Di quale giorno? – e scattò imprevisto, parandosi davanti a lei ed asse-diandola con le mani appoggiate sul divano ai suoi fianchi. Ancora una volta il suo viso era vicinissimo.

- Non siate crudele… - storse il naso senza riuscire a guardarlo. La sua voce era fievole e sembrava che stesse per piangere.

- Il tuo matrimonio… - sospirò alla fine, tornando alla poltrona. Ridac-chiava indifferente al suo dolore. Ci fu un lungo silenzio ed entrambi pensarono che le cose erano andate davvero male e che le scelte erano state obbligate.

- Lasciami indovinare… sei qui perché vuoi la sua morte ed io sono un professionista, la chiave che apre tutte le tue porte, la tua carta vincente… - ed era velenoso, ma Zoraide lo lasciò fare.

- Io dispenso morte come Dio dispensa vita, vero? – rasentò il delirio di grandezza. Lo fissò compatendolo e poi sorrise minacciosa.

- Voi sapete fare di meglio – lo sorprese. Dove voleva arrivare quel demone travestito da angelo?

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- Non è forse vero che la morte non è una vendetta, bensì un regalo? Forse il più bello che si possa fare ad un nemico – sentenziò e lui dovette ritrovare se stesso per tenerle testa.

- Non è forse meglio la rovina, la miseria, la solitudine? Siete d’accordo con me, Stolfo? – continuò capziosa. Il duca non la interruppe.

- Non lo voglio morto, lo voglio vivo ed attento, voglio che senta il dolore che voi, abile come siete, saprete procurargli – concluse freddamente, il suo sguardo nero aveva i bagliori cristallini del ghiaccio.

- Abile come sono… mi lusinghi, Zoraide… e non è da te – osservò sospettoso.

- So riconoscere l’altrui valore –

- Mi sbaragli ogni volta di più, il fatto che sei qui è già motivo di confusione per me – temporeggiò.

- Ditemi solo se accettate questo nuovo incarico – fu concisa.

- Non accetto appuntamenti al buio – si difese.

- Dimenticate che mi dovete la vita – non gli risparmiò il colpo che aveva tenuto in serbo sin dall’inizio.

- No, Zoraide… abbiamo solo pareggiato i conti –

- Siete stato pagato, Stolfo… allora vi ho dato il pattuito senza battere ciglio e quando si è pagati per un lavoro, non sussiste più alcun debito.

Perciò, voi mi dovete la vita, mentre io la mia l’ho riscattata da tempo –

si spazientì. Osservò la sua grinta ringhiante, la sete di vendetta era cresciuta a dismisura in quei mesi.

- Un servizio gratuito… ma sei un’amica e posso fare un’eccezione –

concluse. Zoraide sorrise.

- Mettetela come volete, Stolfo… a me va bene anche così – fu secca.

Il suo respiro a scatti era agitato, solo l’idea di vedere Aldo a pezzi la ec-citava. Il duca la assecondava e si chiese se non sarebbe stato meglio tentare di dissuaderla. Decise di provarci, sapendo di perdere in partenza.

- Perché non dimentichi il passato, Zoraide – osò e lei non trattenne un’espressione di disprezzo.

- Non dimenticherò nulla, mai! Chi mi ha anche solo scalfita deve pagare

– scandì le parole.

- Non credi di avere causato abbastanza dolore? – continuò invano.



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